STUDIO LEPRI
Studio Lepri apre nel 1979 per mano e volontà di Arrigo Lepri. Classe 1942, santarcangiolese da sempre e abilitato alla libera professione già da qualche anno, Arrigo entra nel mondo della consulenza e interpreta quell’epoca, così lontana nel tempo e nello stile del vivere e del lavorare, mirando a distinguersi con la qualità.
Il consorzio che costruì la diga di Ridracoli fra i primi clienti, nessun limite alla fatica ed alla voglia di emergere, nessun compromesso nel curare ogni singolo cliente, contratto, lavoro, come fossero gli unici.
Erano le cifre di un periodo storico. Non migliore, non peggiore, soltanto diverso da ciò che viviamo oggi. Non servivano parole inglesi nelle frasi, complesse strutture organizzative, articolati CRM per seguire (inseguire?) enormi moli di attività, classificarle, catalogarle, suddividerle in sottoattività, sottosottoattività, microattività … quark-attività, crazy-attività. Era semplicemente (si fa per dire) il tempo dell’attenzione: una firma mancante su una dichiarazione IVA ne determinava l’omissione e inibiva – magari – un rimborso milionario. Ogni giorno nel presente che corre, nel melting pot del complesso mosaico che è la professione e che di conseguenza è diventato anche Studio Lepri, ci capita almeno un’occasione per rammentare gli uni agli altri il valore di quell’attenzione al particolare da cui siamo nati.
Con gli anni ’80 arrivano i primi dipendenti. I primi computer. Il primo giovane professionista collaboratore: Giovanni Bratti, che a collaborare ha poi sempre continuato. Lo schema resta quello (e ci piace pensare che lo sia rimasto e lo rimarrà): nulla si butta via, l’innovazione non spreca ma evolve la memoria. Ogni novità germina dal passato che supera e lo contiene: la prima banca dati su CD-ROM, che Arrigo pretende sia subito raggiungibile da tutti i posti di lavoro (e sembra incredibile, ma allora non era facile), ha il suo innovativo lettore di rete collocato proprio davanti ai sessanta volumi dell’opera cartacea gemella. Studio Lepri smette di aggiornare quei sessanta volumi solo quando l’editore cessa totalmente la pubblicazione. Ma in quel momento la versione digitale è già in uso da anni. Passato e presente come flusso unico: gli anni passano, le radici restano.
Negli anni ’90 si comincia a stare stretti, in Via Garibaldi 28. Lo studio si allarga e l’ingresso si sposta al civico 26 dov’è tuttora. Siamo sei o sette. Tutto il lavoro che storicamente era mero contorno alla consulenza del fondatore comincia ad assumere una dimensione che pian piano, in modo lento, progressivo ma anche inarrestabile, impone il mutamento. Gli adempimenti si moltiplicano e per contare le unità di lavoro serve una cifra in più: decine di bilanci, centinaia di modelli dichiarativi. La quantità diventa una sfida a sé stante. La parola organizzazione trova spazio nei dizionari degli studi commerciali. Organizzazione della professione sembrava quasi un ossimoro pochi anni prima, eppure non lo è più. Nascono i primissimi flussi di lavoro schematizzati, cominciamo a cercare i primi modi per creare piccole economie di scala nelle operazioni più noiose e ripetitive. Non lo sapevamo, ma su questo fronte ci stavamo solo riscaldando. La vera partita stava per cominciare.
L’era digitale stravolge tutto ma non sconvolge nulla: in fondo la stavamo aspettando. E’ la risposta naturale alla quantità, al bisogno di velocità. Il dominio studiolepri.com è di marzo 1999. Lo studio è già da tempo Studio Associato e cerca il suo assetto. Filippo, Emanuele e Maurizio (in rigoroso ordine di apparizione) cominciano a lavorare assieme. Ci accorgiamo che le reti digitali sono un’opportunità incredibile: il punto non è tirare un cavo di collegamento ad Internet, bensì usarlo per creare reti umane. La vera sfida è la sinergia. Mettiamo giù i primissimi prototipi di CRM interni, cominciamo a far sapere ai primi database cosa stiamo facendo, e in quali tempi. A guardarli oggi, quei prototipi, fa capolino un po’ di tenerezza. Sono le idee primordiali: sgangherate e geniali, instabili eppure inconsapevoli fondamenta solide e necessarie di ciò che verrà. Gli anni ’90 ci avevano sepolti sotto la quantità. Gli anni 2000 portano i primi rudimentali strumenti per sviluppare modi di lavorare differenti, collaborativi, efficienti. I primi collegamenti da casa sembrano una magia: improvvisamente non è più necessario essere sempre, costantemente, fisicamente gomito a gomito, i flussi di lavoro cominciano a funzionare e talvolta resta qualche ora per approfondire, nonostante la quantità. Comincia a balenarci l’idea che allora, forse, chissà, in teoria, magari, davvero … se il punto focale non è riempire di persone un dedalo di stanze e corridoi, allora l’unione può davvero fare la forza, nella professione.
Nel 2013 Filippo, Emanuele e Maurizio fondano la versione odierna di Studio Lepri. I cambiamenti sono molti, vasti, contemporanei. Impacchettiamo ogni singola parola ed ogni singolo numero pensati, digitati e memorizzati nel trentennio precedente e sbarchiamo nel cloud. Uniamo il comparto per così dire produttivo del nostro studio con quello di uno studio amico. Cominciamo a sviluppare i flussi di lavoro “definitivi”, assieme ad un nuovo ERP interno con cui rilevare e se possibile gestire i tempi, i metodi e gli oggetti della professione. Decidiamo che ogni settimana mezza giornata debba venire dedicata e destinata a condividere problemi, soluzioni e cultura: lo chiamiamo gergalmente briefing ed è ancora lì, ogni mercoledì mattina. Le novità normative, i clienti acquisiti e quelli persi, gli errori ed i loro motivi: mettiamo tutto insieme, in maniera che giorno dopo giorno una quindicina di persone – tanti siamo diventati nel frattempo – diventino una squadra. Nasce il piccolo comparto paghe interno, mentre su ogni tavolo gli schermi si moltiplicano ed i telefoni svaniscono a favore delle cuffie: anche il gesto tecnologico più antico si può reinterpretare, perché no.
E così il 2020 e la pandemia ci scuotono, toccano, ovviamente addolorano, ma lavorativamente quasi non ci sfiorano. Ogni struttura è basata sul web, centralino compreso. La sede ci serve ormai solo per incontrare i clienti e per incontrarci fra noi: perché ci va, oppure per sviluppare le fasi più creative del lavoro. Il briefing si sposta on line e ci rimarrà probabilmente per sempre. Studio Lepri accoglie Roberto Montanari, il quarto associato, quello giovane. La nostra peculiare cultura del lavoro (giusta o sbagliata, ma nostra) è ormai consolidata: errori come occasioni, collaborazione anche interdisciplinare fra professionisti, curiosità verso ogni strada nuova che si apre, concetto di orario superato a favore del concetto di obiettivo, concetto di spazio dinamico, clima più sereno possibile, personalismi severamente banditi, maggiore attenzione possibile alla norma giuridica, … come nel 1979. Ma nel modo più nuovo che siamo riusciti ad immaginare e, talvolta faticosamente, a mettere in pratica. Se, come ovviamente speriamo e pensiamo, avremo occasione e voglia di andare avanti, allora in fondo al decennio ci aspetta il traguardo del nostro primo mezzo secolo. E magari del prossimo paragrafo di questa pagina web, o del media che sarà.